A Articolo programmatico (I): presentazione dei saggi contenuti in questo blog

I saggi che verranno pubblicati su questo blog sono stati scritti nell’arco degli ultimi cinque o sei anni. La maggior parte di essi è apparsa negli anni 2009-2013 sulla rivista on-line Il legno storto, grazie alla benevolenza del direttore Marco Cavallotti . Soltanto alcuni sono inediti.
Benché gli argomenti trattati appaiano piuttosto disparati, vi è un legame profondo che li unisce insieme, come espressione di una coerente ricerca spirituale. Più che spiegarla in queste brevi righe di introduzione, penso che sia meglio lasciarla scoprire dal lettore interessato. Qui mi limito soltanto ad osservare che l’impegno primario di queste riflessioni è stato di mostrare come le ricchezze spirituali tramandateci dai nostri padri, senza essere stravolte né tanto meno negate, costituiscono la vera risposta a tutti i più drammatici problemi e interrogativi del nostro tempo. Ma ciò può apparire soltanto attraverso un approfondimento – sollecitato proprio dalle sfide degli avversari più accaniti della tradizione – che ne metta in luce tutta la nascosta ricchezza. Ciò verifica l’antica dottrina secondo la quale l’effetto positivo delle eresie è di costringere i difensori dell’ortodossia a meglio comprendere e illustrare la vera dottrina della fede.
Gravissimi e immensi sono i problemi del nostro tempo, per molti aspetti eccezionalmente tragico e tenebroso, e l’antica saggezza classica e cristiana ha il dovere di rischiarare con il suo raggio purificatore e benefico anche queste tenebre. Da questo confronto essa non potrà uscire che rafforzata e sempre più splendente nella luce sublime della divina Sofia.
Con questo piccolo contributo all’illustrazione della sapienza cristiana, sviluppatosi in articoli scritti volta per volta senza un piano prestabilito, ho affrontato le questioni più scottanti del nostro tempo, dal problema giovanile alla popolazione, dalla morale alla politica, dal dialogo interreligioso alla questione femminile, dal problema del lavoro alla teologia.
Non ho affrontato i temi trattati con la pretesa di essere uno specialista in ciascuno di essi – anzi, credo di non esserlo in alcuno. Ciò che si è voluto sottolineare è la profonda relazione che esiste tra loro, e che spesso sfugge agli specialisti. Così vi sono aspetti della vita religiosa che interessano non solo la morale in genere, ma in modo reale e misterioso la dinamica della vita sessuale, la quale a sua volta ha un riflesso assolutamente determinante sull’economia. Analogamente il tema del lavoro viene meravigliosamente rischiarato dalla sapienza biblica e dalla luce che essa proietta sulla missione della donna e sulla mariologia. Se questo è vero, ne consegue che è urgente un richiamo della politica a rivedere i suoi parametri nell’affrontare problemi legati alla religione, alla morale sessuale, alla missione della donna. Dunque il rapporto tra politica e religione viene qui presentato in modo fortemente critico nei confronti dell’imperante neo liberalismo – pur essendo convinto della necessità e della fecondità del dialogo tra liberalismo e cattolicesimo. A sua volta il legame reale e determinante – se pure non apparente allo sguardo superficiale delle folle – tra i vari ambiti dell’attività e del pensiero umano costituisce un richiamo a ricondurre la filosofia e la teologia dalle astrattezze e dalle astrusità del linguaggio specialistico al confronto con le sfide del nostro tempo, non però nello spirito della facile adeguazione alla mentalità comune, ma, come si è già accennato, nell’impegno di mostrare la fecondità e le nascoste virtualità della perenne saggezza umana e cristiana. Ora se c’è un aspetto che il pensiero cristiano non ha seriamente approfondito, con conseguenze a dir poco tragiche, questo è il fenomeno assolutamente macroscopico dell’impatto della tecnologia sulla vita dell’uomo – problema che ha una storia doppiamente secolare e su cui perciò la coscienza cristiana si trova a soffrire di uno scandaloso ritardo. A tutte queste tematiche si riallaccia un argomento per me ovviamente fondamentale: l’attualità del monachesimo. Anch’esso infatti non può essere legittimamente trattato senza considerare le profonde relazioni che lo legano ai più diversi aspetti della vita religiosa e sociale.
Per i diversi problemi trattati in queste pagine il mio debito è incalcolabile, non solo verso i più svariati autori antichi o recenti, credenti o non credenti, ma anche verso tante persone non addottorate, eppure spesso più sagge dei dotti. Sento perciò il dovere di esprimere a tutti la mia riconoscenza.
Come si vedrà, l’autore a cui maggiormente faccio riferimento è Friedrich Wilhelm Förster, oggi ingiustamente dimenticato, ma che a mio umile giudizio è assolutamente imprescindibile per una comprensione del mondo moderno nella luce cristiana. Penso che, se egli non si fosse arrestato sulla soglia della Chiesa, senza mai varcarla, avrebbe meritato il titolo di Dottore della Chiesa come pochi altri autori del nostro tempo. Dopo il Förster, le maggiori ispirazioni le devo, tra gli autori del passato, a Vladimir Solov’ëv e a Vito Fornari – il primo dei quali è abbastanza noto, anche se non trova ancora posto nei manuali di storia della filosofia, mentre il secondo è quasi totalmente dimenticato. Tra gli autori a noi più vicini, un posto di assoluto rilievo spetta al filosofo Augusto Del Noce – il solo da me personalmente conosciuto – infinitamente benemerito come punto di riferimento, per molti aspetti unico, di tanta parte della gioventù cattolica nei terribili decenni successivi al Concilio. Per lui, a mio umile giudizio, sussiste realmente la speranza che un giorno venga annoverato tra i dottori della Chiesa – è certamente una virtù eroica il “martirio dell’intelligenza” (S. Tommaso) esercitato nella paziente e instancabile meditazione, per di più priva di qualsiasi rabies teologica ma tutta condotta nel più rispettoso dialogo intellettuale, di autori quali Marx, Lenin o Gramsci.
In particolare a Förster, Solov’ëv e Vito Fornari mi lega un sentimento di viva gratitudine e, se è lecito esprimersi così nei riguardi di chi non è più su questa terra, di cordiale amicizia per il loro geniale approfondimento del mistero dell’Incarnazione: se è vero – come dice S. Giovanni della Croce – che di questo mistero conosciamo soltanto una minima parte, non ho dubbi che le illuminazioni ad esso apportate da questi pensatori abbiano un ruolo provvidenziale nello svolgimento progressivo della coscienza e della missione della Chiesa nella storia del mondo.
Ma ovviamente il mistero dell’Incarnazione, di là dagli uomini che l’hanno illustrato, suscita la nostra immensa gratitudine verso la divina Persona di Cristo, e accanto a lui verso Colei che, inscindibilmente legata al suo Figlio divino, tanto spesso appare nelle pagine che seguiranno e alla quale le dedico con affetto filiale: Maria Santissima Immacolata e Assunta in cielo in anima e corpo, Madre mai abbastanza amata di tutti gli uomini.

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