La Marìofobia e la Corona di Dodici stelle

Si è parlato, con piena legittimità, di ginecofobia [vedi i seguenti articoli:  https://www.lafedequotidiana.it/nasce-il-movimento-giuridico-femminile-contro-la-ginecofobia/https://massimolapponi.wordpress.com/manifesto-del-movimento-giuridico-femminile-contro-la-ginecofobia/ ] . Con completezza concettuale ancora maggiore si dovrebbe parlare di marìofobia, anche perché, con questo termine, si indica non propriamente un “reato” da introdurre nella legislazione, ma piuttosto un “peccato”, ovvero il peccato che la Madonna a Fatima ha indicato quale colpa più grave e propria dei nostri tempi. La Madonna, infatti, disse che Dio viene offeso soprattutto con i peccati contro il suo cuore immacolato. Cosa si intende con questa espressione, a prima vista sconcertante?

La Madonna stessa, in una rivelazione privata a Suor Lucia, dette una spiegazione dettagliata dell’espressione: offesa al Cuore Immacolato di Maria. Essa si manifesta principalmente in cinque forme:

  1. Bestemmie contro l’Immacolata Concezione
  2. Negazione della verginità di Maria
  3. Negazione della maternità divina e universale di Maria
  4. Pubblica diffusione nel cuore dei bambini dell’indifferenza, del disprezzo, dell’odio verso Maria Santissima
  5. Offese dirette verso le immagini della Vergine

Agevolmente si può dimostrare che il senso pieno di queste offese consiste nel rifiuto della missione spirituale propria ed esclusiva della donna, che trova in Maria la sua perfetta realizzazione. Ora, non è proprio questo rifiuto che, dopo un periodo di semi-clandestina diffusione, viene oggi apertamente alla luce a livello planetario?

Consideriamo dettagliatamente i cinque punti elencati.

  1. La bestemmia contro l’Immacolata Concezione non si riferisce, ovviamente, al turpiloquio delle persone ignoranti – che, tra l’altro, non hanno l’abitudine di prendersela esplicitamente con il titolo di Immacolata Concezione. A cosa si riferisce, dunque? Senza dubbio alla negazione del dogma dell’Immacolata, negazione che può essere fatta in forma scientifica dai teologi e in forma pratica da chiunque non ha alcun rispetto verso questo privilegio di Maria Santissima. Ma cosa implica, nel clima spirituale di oggi, il rifiuto teologico, ovvero pratico, del privilegio dell’Immacolata? Non certo che anche Maria abbia contratto il peccato originale, ma che ella non aveva necessità di alcun privilegio che la distinguesse dal resto del genere umano, perché gli uomini non hanno in se stessi alcuna macchia da cui una creatura perfettamente santa debba essere preservata. Secondo questo modo di vedere, ai nostri giorni ampiamente diffuso, la natura umana è sana e tutto ciò che tradizionalmente era considerato segno della sua infermità, causata dal peccato originale, va invece accettato come perfettamente normale e innocente.

Ovviamente la prima cosa a cui va tolto il marchio del peccato è quello che tradizionalmente veniva definito il disordine sessuale presente nell’uomo. L’esperienza umana di tutti i tempi ha sempre riconosciuto la realtà di questo disordine e la tradizione teologica cristiana, con voce pressoché unanime, se pure con interpretazioni a volte differenti, ha visto in esso uno dei segni più tangibili della «corruzione che è nel mondo a causa della concupiscenza» (2Pt 1,4). Ma ai nostri tempi si va sempre più diffondendo l’idea che questo presunto disordine sia soltanto una malsana fissazione dei nostri antenati e che nell’esercizio della sessualità umana non ci sia assolutamente nulla di peccaminoso o di dannoso, purché si rispettino certe elementari norme di igiene e di convenienza.

Da quale disordine doveva essere, dunque, preservata Maria? La sua concezione non ha bisogno di distinguersi in alcun modo da quella degli altri esseri umani!

Ma secondo la dottrina della Chiesa e una tradizione teologica autorevolissima – ribadita dal Catechismo della Chiesa Cattolica [n. 400 e n. 404] – la natura umana, che si trasmette per generazione destituita della sua rettitudine e della grazia divina a causa del peccato originale, porta in se stessa uno squilibrio, cioè una tendenza al prevalere dei moti carnali inferiori dell’uomo sulla sua parte spirituale. Ciò non vuol dire che la parte carnale dell’uomo sia cattiva in se stessa, e in particolare che il sesso sia, come tale, peccaminoso. Non è questa la dottrina della Chiesa! Il sesso e la generazione carnale sono cose buone, create da Dio per il bene dell’uomo. Non solo! Se tutta la creazione, anche visibile, riflette la bontà del Creatore, ciò vale in modo eminente per la generazione dei viventi, la quale è un’immagine della generazione eterna del Verbo divino dal Padre nel gaudio dello Spirito Santo.

«Sempre, infatti, ciò che è primo e più perfetto in un determinato ordine è causa di ciò che è secondario e derivato nel medesimo ordine, secondo la dottrina di Aristotele. Quindi il primo ed eterno processo delle Persone Divine è causa e modello di ogni processo che ne deriva» (San Tommaso d’Aquino, Prologo al Commento al Primo Libro delle Sentenze).

Ma, appunto perché immagine di una realtà superiore, dalla quale trae il suo vero significato e alla quale tende ad assimilarsi, se la generazione si chiude in se stessa eliminando ogni riferimento al mondo spirituale, decade ad una condizione di corruzione, nella quale un’insaziabile avidità di appagamento la travolge inutilmente nella dimensione carnale.

Dunque, un atto generativo che voglia realmente portare l’adeguato appagamento ai generanti umani, dovrebbe il più possibile assimilarsi alla generazione eterna del Verbo divino, dovrebbe, cioè, far risplendere la fiamma spirituale presente nell’uomo e nella donna nella stessa funzione fisica sessuale. Infatti, secondo il piano originario di Dio, la pro-creazione, rispetto alla creazione della natura incosciente, è una creazione di livello ontologico superiore, nella quale la con-causa umana collabora in modo eminente con l’opera divina, tanto che il venire all’esistenza della nuova creatura umana assomiglia più alla generazione eterna del Verbo dal Padre che ad una produzione puramente naturale o meccanica. Come nel seno della Trinità divina, così nella famiglia umana, il figlio generato è sostanzialmente e primariamente prodotto dalla “luce intellettual piena d’amore” (Paradiso 30, 40) che, nei genitori, rispecchia la luce del Verbo e dello Spirito Santo, e soltanto secondariamente della funzione naturale carnale – se pure essa sia buona e necessaria, come, nell’atto della conoscenza umana, l’esperienza sensibile è necessaria al realizzarsi della conoscenza intellettuale.

Questo era il piano della creazione divina, e così è stato nel mistero dell’Immacolata Concezione.

Nello stato di corruzione causato dal peccato originale, invece, la mancanza dell’integrità naturale e della grazia divina nell’uomo fa sì che la generazione avvenga senza una piena collaborazione dello spirito con la carne e che, perciò, nel generato si perpetui il medesimo stato di imperfezione: una causa manchevole non può che produrre un effetto manchevole. E tuttavia anche nello stato di peccato l’armoniosa integrazione della coscienza spirituale dei generanti con la funzione carnale nella luce del Verbo divino, sebbene inferma e diminuita, non scompare totalmente, e può essere più o meno operante in proporzione del grado di virtù dei genitori. Più, cioè, è operante la causa spirituale della pro-creazione, più il generato sperimenta di avere la sua misteriosa origine non solo nell’amore paterno e materno umano, ma anche nell’amore paterno e materno divino: sente, cioè, di essere, in qualche modo, figlio di Dio nella luce dello Spirito Santo; cosicché il battesimo viene, in un certo modo, a portare alla sua perfezione quanto era già presentito nel mistero della generazione umana – e ciò giustifica pienamente il conferimento del battesimo ai neonati.

Ma, al contrario, più la causalità spirituale si attenua, e cresce, in proporzione, la causalità carnale – e oggi addirittura meccanica – più questa coscienza filiale si indebolisce, e rischia anche di scomparire. E con la perdita del senso della filialità prevalgono, appunto, i sentimenti carnali e si viene così a perdere anche il fondamento sostanziale della fraternità e dell’amore tra gli uomini.

Se, poi, la pro-creazione è immagine della generazione del Verbo divino nel seno del Padre e se,  perciò, ogni figlio dell’uomo sente di essere, in qualche modo, figlio di Dio, dato che ogni immagine tende a divenire il più possibile conforme al suo modello, ne consegue che, fin dall’origine del mondo, nella generazione, già in quella animale e incosciente, poi soprattutto in quella umana, nello stesso tempo carnale e cosciente, era presente l’aspirazione – reale, anche se non consapevole – a generare nella carne il Figlio stesso di Dio, perché il modello fosse perfettamente realizzato nell’immagine.

Il mistero della paternità e della maternità ha, dunque, una dignità veramente divina!

E da ciò consegue che vi è un’essenza meta-sessuale e meta-fisica differenziata dell’uomo e della donna, dalla quale scaturisce l’amore tra loro e nella quale la stessa funzione carnale trova il suo vero senso e la sua redenzione. Dunque, i ruoli umani distinti dell’uomo e della donna, lungi dall’essere “stereotipi e pregiudizi” artificiosamente imposti dalla cultura della società, scaturiscono da realtà spirituali differenti e complementari, preposte alla generazione della vita umana, le quali rispecchiano il mistero stesso di Dio: come il Padre genera il Figlio divino nel gaudio dello Spirito Santo, così l’uomo genera il figlio terreno in comunione di amore con la donna, sua sposa.

Ora, negare l’Immacolata Concezione di Maria, significa – nel clima culturale di oggi – considerare normale la situazione in cui, nella generazione umana, prevale sostanzialmente il fatto carnale. E, in questa prospettiva, è facile giungere a negare la realtà meta-sessuale e meta-fisica dell’essere proprio dell’uomo e della donna. Il sesso, infatti, ormai libero da ogni connotazione di squilibrio, e quindi di peccato, e non bisognoso di redenzione, diviene l’elemento fondamentale della distinzione tra l’uomo e la donna e della generazione, e finisce per essere considerato un valore a sé stante che non ha bisogno di essere ricondotto a una finalità spirituale superiore. E, se questa non esiste, conseguentemente non esiste un’essenza spirituale differenziata dell’uomo e della donna – in particolare non esiste la maternità come realtà metafisica ed essenzialmente spirituale e la missione, propria della donna, da essa derivante -: dunque i rispettivi ruoli possono agevolmente essere intercambiati.

Inoltre, col prevalere della funzione carnale sulla pro-creazione spirituale, anche il senso spirituale – cioè filiale e fraterno – della vita si attenua e viene meno, mentre si esalta l’egoismo materiale e il senso della vita come dominio tecnico del mondo. Ciò contribuisce a far sì che la funzione sponsale e materna della donna venga ulteriormente svalutata e sentita come umiliante e subordinata, cosicché nella donna si afferma sempre più il desiderio di partecipare in prima persona alla conquista materiale del mondo e di imitare, perciò, i ruoli cosiddetti “maschili” – come se il ruolo di “padre”, complementare a quello di “madre”, non fosse il ruolo maschile più vero e più nobile!

Abbiamo sviluppato maggiormente questo punto, perché era necessario mostrare quali fossero, nell’attuale clima culturale, le conseguenze delle “bestemmie contro l’Immacolata Concezione”.

Sarà ora più agevole comprendere gli altri punti.

  1. La negazione della verginità di Maria vuol dire che la verginità non ha superiore dignità morale – se mai, anzi, è un difetto, perché il sesso vale per se stesso e non ha alcuna ombra di peccato, e, dunque, chi non lo esercita è uomo o donna di serie B! La dottrina tradizionale, invece, insegnava che la vera sede dell’amore e della fecondità non è nella carne, anche se la carne è in se stessa buona e necessaria alla trasmissione della vita, bensì nello spirito, e che quindi l’amore verginale è realmente fecondo, e nello stesso tempo è la vera salvaguardia contro la degenerazione del sesso. Se solo nel caso della Vergine Maria l’amore verginale è congiunto con la fecondità carnale, mentre nella vita del mondo i due ruoli sono distinti e complementari, ciò significa che la verginità feconda di Maria è un modello sublime sia per l’amore verginale delle persone consacrate, sia per la maternità fisica santificata dalla grazia divina.

Di nuovo, dunque, la negazione della verginità di Maria implica la riduzione della natura femminile a dimensioni puramente carnali e la conseguente negazione di un’essenza e di una missione femminile meta-fisica e spirituale.

  1. E la stessa negazione è necessariamente contenuta nel rifiuto della maternità divina e universale di Maria. Cosa significa, infatti, che Maria è Madre di Dio e che è Madre di tutti gli uomini, se non che la maternità è un fatto essenzialmente meta-fisico e spirituale, e non semplicemente carnale? E’ assolutamente ovvio che il titolo di Madre nei confronti del Figlio divino, se ha un valore di dignità, non è inteso in senso puramente funzionale e carnale, ed è ancora più ovvio che Maria, se è Madre di tutti gli uomini, non può esserlo altrimenti che in senso spirituale. Dunque la maternità universale di Maria è la più alta e sublime affermazione della sostanzialità spirituale dell’essere femminile e della dignità meta-fisica della sua missione materna.
  1. Se, poi, l’oscuramento della pro-creazione spirituale a vantaggio della causalità carnale e meccanica provoca l’attenuazione e la scomparsa, nei generati, del sentimento della filialità e della fraternità spirituale e divina e la corrispondente crescita del senso carnale ed egoistico della vita, questo sentimento non può non provocare, nel cuore dei bambini, l’indifferenza, il disprezzo, l’odio verso la dimensione spirituale della donna – come sposa e madre o come vergine consacrata a Dio – e perciò verso Maria Santissima, che di essa è il più sublime modello.
  1. E chi ha sviluppato, già nell’infanzia, un sentimento puramente carnale della vita, non troverà nelle donne corrispondenti a questo suo sentimento e nelle immagini che le richiamano il suo pascolo preferito, e non proverà, perciò, disprezzo e rifiuto verso le immagini di Maria Santissima e verso le donne che ne riproducono i tratti spirituali?

Dunque, dietro la ginecofobia, cha abbiamo a suo luogo denunciato, vi è qualche cosa di più sostanziale: vi è la piena attuazione del peccato contro il cuore immacolato di Maria che la Madonna aveva indicato a Fatima come colpa principale del nostro tempo: colpa contro Dio, ma anche colpa contro l’uomo!

La Madonna ha promesso: Infine il mio cuore immacolato trionferà. Ma noi dobbiamo collaborare a questo trionfo! E per far ciò dobbiamo in tutti i modi sostenere le famiglie a coltivare il senso spirituale dell’amore, come quello che dà il suo vero senso anche alla dimensione carnale, e la devozione verso Maria Santissima, la sua missione e le sue immagini.

Proprio ora sta nascendo un’iniziativa di cui, per il momento, mi limito a fare un accenno.

La corona di dodici stelle è il nome di dodici insegnamenti con i quali si intende dare un aiuto concreto alle famiglie nella loro vita di tutti i giorni. A questo scopo si sta approntando un sito attraverso il quale i suddetti insegnamenti verranno messi online a disposizione di tutti gli interessati. Per ora diciamo soltanto che la Prima Stella riguarda la disposizione degli spazi e dei tempi, cioè l’Architettura. San Benedetto è il patrono degli architetti, perché ha architettato gli spazi e i tempi della vita comune. E’ dalla sua Regola, principalmente, che le Dodici Stelle prenderanno ispirazione, per aiutare le famiglie a far sì che le loro case diventino veramente case di Dio e porte del cielo, cenacoli, in cui i piccoli apostoli, sotto lo sguardo materno di Maria, si preparino a diffondere ovunque l’amore fraterno, quando lo Spirito Santo li spingerà a compiere la loro missione nel mondo[1].

Tutte le cose esposte in questo articolo, infatti, suggerite nel segreto, vanno ora predicate sui tetti!

di Don Massimo Lapponi

[1] Maggiori informazioni su questa iniziativa si possono trovare tramite il seguente link: https://www.abbaziadifarfa.it/regola/famiglia

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