Nuove serate in famiglia VI

            Carlo Goldoni è senz’altro uno dei più ammirati commediografi di tutti i tempi. Il suo nome può certamente stare accanto a quello di Aristofane e di Plauto, per nominare i più conosciuti commediografi dell’antichità. Se veniamo a tempi più recenti, l’autore che forse più di ogni altro condivide con lui la fama di grande commediografo universalmente apprezzato è il Francese Jean-Baptiste Poquelin, conosciuto con il nome di Molière (1622-1673).

            Sebbene anteriore di un secolo a Goldoni, le sue commedie, scritte certamente con uno stile di un tempo lontano dal nostro, conservano tuttavia una freschezza che garantisce loro una perenne giovinezza. La profondità con cui Molière interpreta i caratteri umani, che, pur nelle mutevoli circostanze sociali, sono fondamentalmente sempre gli stessi, fa sì che le sue opere non cessino fare appello agli animi degli spettatori ad ogni nuova generazione.

            Proporremo oggi la visione e l’ascolto di quello che è, forse, il suo capolavoro: “Tartufo”, che, eseguita la prima volta nel 1664, dovette affrontare un’ostinata ostilità soprattutto da parte del clero, che credette di vedere offesa la virtù nella rappresentazione del finto devoto. Molière dovette a lungo difendere le sue ragioni e, dopo aver più volte rimaneggiato il testo, poté avere infine ragione e, a partire dal 1669, la sua commedia ritornò definitivamente sulla scena, dove conobbe un ininterrotto successo.

            “Tartufo” nel testo originale, come la maggior parte delle commedie di Molière, è scritto in versi, e quindi una parte del suo valore artistico nella traduzione italiana in prosa si perde. Ma la freschezza dell’inventiva poetica di Molière riesce sostanzialmente a conservarsi nonostante questo difetto.

            Della commedia proponiamo una realizzazione recente, suddivisa in quattro successivi video.